Zenga & Cannavò: «Vi presentiamo nostra figlia Camilla»

Foto di Stefano Trovati
9 Ottobre 2024

Andrea e Rosalinda parlano del primo mese da neo genitori: «Dormiamo? No, ma ogni fatica si trasforma in immenso piacere»

Siamo andati a vedere l’alba insieme poco prima che nascesse Camilla, in riva al mare. È stato molto romantico, si sentiva profumo di salsedine e di futuro». Si sente ancora lo stesso profumo oggi a casa di Andrea Zenga e di Rosalinda Cannavò, che è pura luce quando tiene fra le braccia la sua piccolina, Camilla, un mese appena compiuto (è nata il 7 settembre).

«Sono gelosissima, non voglio che nessuno la tocchi», ammette. È normale, anzi, è normalissimo. «Quando si addormenta con me, rosica», ride Andrea. «Non è vero, è che a me riserva tutte le lamentele e a lui…».

È il magico mondo delle mamme e dei papà. Nel caso, è anche tutto rosa. «Il rosa nostro malgrado ha invaso la casa», ridono in due ora.

Riavvolgiamo il nastro, quand’è che vi è venuta voglia di “futuro” appunto? Quando avete iniziato a parlarne?

Andrea. «Forse quando abbiamo fatto quel lungo viaggio negli Stati Uniti, non dico che tornati da quella vacanza abbiamo deciso che volevamo diventare genitori, ma abbiamo aggiunto qualcosa di importante al nostro rapporto. Ognuno ha visto l’altro sotto una luce diversa».
Rosalinda. «Già venivamo da una convivenza di due anni e quella è stata la prova del nove. È vero, anche prima stavamo sempre insieme - pure quando eravamo in due case diverse e veniva lui da me oppure io da lui - ma vederci in viaggio, on the road, fuori da spazi noti, fa tanto».

Per esempio?

Andrea. «Io sono pigro, lei pensava che avrebbe dovuto spronarmi, stimolarmi… Invece chi è stata la prima a dire: “Sono stanca, non ce la faccio più?”. Lei».
Rosalinda. «L’opposto di quello che mi aspettavo. In più credo che lui abbia pensato di me: “Finalmente si spegne ogni tanto”».
Andrea. «Così a un certo punto ci siamo detti… Mi vergogno un po’ a dirlo, ma ci siamo detti: “Proviamo, senza guardare i calendari, senza accanirci”».
Rosalinda. «Ed ecco questo dono, poi una femminuccia, come voleva Andrea…».
Andrea. «Anche un maschietto sarebbe stato fantastico, ma a casa mia siamo tutti maschi, la femminuccia era qualcosa di inimmaginabile».

A sentirvi parlare sembra che sia stato un viaggio sull’arcobaleno, ma in realtà non è mai esattamente così una gravidanza.

Rosalinda. «In effetti, a ben vedere, neanche la mia, anzi, la nostra. Ho avuto più di qualche momento difficile all’inizio, sono andata un po’ in crisi, non la chiamerei depressione, però piangevo tutti i giorni e avevo l’ansia di perdere la bambina».
Andrea. «È stata bravissima: senza che le fossero stati richiesti, ha fatto una serie di esami e ha scoperto di avere i valori della tiroide alti. Se non fosse stata scrupolosa…».
Rosalinda. «D’istinto, ho seguito subito una cura e da lì ci siamo rilassati un po, ma l’inizio no, non è stato facile».

Rosalinda, lei non ha mai fatto mistero di avere sofferto di disturbi alimentari.

Rosalinda. «Anoressia, “binge eating” (ingerire cibo in maniera compulsiva e incontrollata, ndr), sì. E certo, avevo il timore con l’inizio della gravidanza di poter ricadere in qualche disturbo di quel tipo. Sono anche affiancata da un uomo che mi ama e, quindi, so che Andrea sta anche molto attento, sapendo i miei trascorsi. So che se vede dei comportamenti strani,con delicatezza, me li fa notare. In questi mesi, comunque, ho avuto cura di lei avendo cura di me, mi sono comportata bene, concedendomi qualche sfizio senza esagerare, è importante non essere neanche troppo rigidi».

E ha scoperto che…?

Rosalinda. «Ho scoperto che è bellissimo vedere cambiare il proprio corpo sapendo di portare dentro il futuro. All’inizio mi facevo le foto, tante foto, guardavo la pancia che piano piano cresceva e mi sembrava felicemente grossa, poi alla fine mi dicevo: “Ma che mi fotografavo ogni giorno nei primi mesi, guarda oggi come sto?”. Ridevo da sola e Camilla aveva sempre il singhiozzo».
Andrea. «L’abbiamo immaginata ogni giorno in questi nove mesi, ci dicevamo chissà a chi somiglierà».
Rosalinda. «Ad Andrea».

Andrea, lei come ha vissuto la gravidanza? Mai qualche voglia di fuga?

Andrea. «Scherza? A parte il primo periodo (non pensavo che potessero esserci tutte queste complicazioni, invece ho scoperto che i primi mesi sono molto delicati), la gravidanza è stata bellissima, l’ho vissuta con intensità. Anche quando abbiamo avuto la prima visita, dove ci hanno detto che non era certo che si sarebbe formato l’embrione, ho cercato di tranquillizzare Rosi il più possibile. Quando abbiamo sentito il primo battito cardiaco, per noi è stato indimenticabile. E quando con l’ecografia morfologica abbiamo visto il musetto di Camilla, ci siamo commossi».
Rosalinda. «La gravidanza è un momento magico, come il parto. Andrea mi ha sempre accompagnato, non ho fatto un solo esame da sola».
Andrea. «Per me era come un appuntamento, anzi era proprio un appuntamento, come uscire a cena. Dicevo: “Allora domani si va fuori, abbiamo l’ecografia”. La gravidanza si vive in due, non è che io ho fatto il mio e poi ciao ci rivediamo fra nove mesi…».

Come avete scelto il nome?

Rosalinda. «Non è un nome di famiglia. Camilla era una proposta di Andrea e mi è piaciuta. Ne ha fatte altre, tipo Zoe che è carino, ma Zoe Zenga non si può sentire, l’ho subito scartato. Mi piaceva tantissimo anche Dafne, ma Dafne Zenga è duro… Camilla ha un suono dolce».
Andrea. «Poi la rispecchia come nome, ma questo mi sa che lo dicono tutti i genitori. Ci piaceva anche Matilde, ma forse è un po’ inflazionato. Noi l’abbiamo chiamata Camilla e poi con la virgola abbiamo aggiunto Caterina, che è la bisnonna amatissima da Rosi che non c’è più».

A proposito, i nonni?

Andrea. «Mia mamma, può immaginare, è impazzita, quando ha saputo che era una femmina non ci credeva più, voleva trasferirsi qui in pianta stabile».
Rosalinda. «Mia madre mi dice ogni due per tre: “Adesso trovo una casa a Milano”. Per carità, averla vicina, mi farebbe felice… Comunque lei e Roberta (Termali, la mamma di Andrea, ndr) sono venute prima del parto e sono rimaste un po’ dopo. Sono state fantastiche».

Parliamo del ritorno a casa con la piccola.

Andrea. «Che incognita! I primi due o tre giorni a casa… Quando eravamo in ospedale era tutto semplice, tutto ovattato, eravamo io e Rosalinda, le prime notti sei tutelato, qualsiasi cosa sai che c’è l’aiuto. Qua non sapevo che fare, ora ho imparato qualche trucco da papà».
Rosalinda. «E io ho imparato a coinvolgerlo un po’ di più».

Comunque dal nuovo tatuaggio, il pugnetto della bimba appena nata, mi sa che si coinvolge anche da solo.

Rosalinda. «Pensi che mio padre, 70 anni suonati, ha visto il tatuaggio di Andrea e ha cominciato a dire che vuole tatuarsela pure lui la manina».

Ha altri tatuaggi suo padre?

Rosalinda. «Zero, neanche un puntino. E mia sorella si è già tatuata il nome, è la prima nipotina a casa mia. Io non credo, invece, che farò dei tatuaggi, mi piacciono sugli altri. Andrea ha anche il cane tatuato, ha tutti tranne me».
Andrea. «Intanto non porta fortuna tatuarsi il nome della compagna, ma poi è troppo personale…».
Rosalinda. «Vabbé, mettiamola così».

A Natale vi sposate?

Andrea. «A Natale Rosalinda diventa matta, addobba tutto, tra un po’ vorrà che mi vesta da elfo».
Rosalinda. «Ora che c’è Camilla, ti devi vestire da Babbo Natale».

State sviando?

Rosalinda. «Il mio sogno per Natale è organizzare il suo battesimo a Milano e fare venire tutti qua. Se non ci riusciamo faremo Natale da me e Capodanno dai suoi. E il resto fra un pochino».

Ma ci pensate che tutto è iniziato tre anni fa nella Casa del Grande fratello Vip?

Rosalinda. «Io sono entrata lì con un’idea completamente diversa, con un nome diverso (Adua Del Vesco, ndr), figurarsi se potevo immaginare tutto questo. Poi noi ci siamo messi insieme a 15 giorni dalla fine del Gf, quindi il nostro amore direi che è germogliato fuori. Però, se non avessimo fatto quell’esperienza, non ci saremmo mai incontrati».
Andrea. «Il Grande fratello Vip ci ha fatto conoscere, ma il nostro sentimento è cresciuto fuori dalla Casa».

Noi però i vostri baci dentro la Casa ce li ricordiamo ancora.

Andrea. «Quelli pure io».

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