Una mostra a Milano e una fiction Rai per celebrare il centenario della nascita del re del quiz. Il racconto della moglie a "Chi"
Settant’anni fa nasceva la televisione italiana e 100 anni fa nasceva l’uomo che le ha dato un volto e una voce: Mike Bongiorno. Il suo Lascia o raddoppia? fu il primo programma a incollare davanti al televisore milioni di telespettatori, che si riunivano nelle case e nei bar per assistere al telequiz. Nel 1978 Mike è stato anche il volto della prima grande tv commerciale, Telemilano 58, nata da un’intuizione di Silvio Berlusconi che convinse il conduttore a lasciare la Rai per fondare la sua nuova emittente. Per questo la mostra che celebra Mike a Palazzo Reale a Milano, in programma dal 17 settembre al 17 novembre, Mike Bongiorno 1924-2024, vede il contributo congiunto di Rai e Mediaset. La Rai, tra l’altro, celebrerà Mike con una miniserie sulla sua vita, in onda in autunno, mentre Mediaset ha voluto riportare in tv La ruota della fortuna, condotta da Gerry Scotti.
E c’è una donna che ha reso possibile tutto questo, perché se Mike ha unito l’Italia, Daniela Bongiorno ha unito tutti nel ricordo di quell’uomo eccezionale che è stato suo marito. «Pensa che Palazzo Reale si trova proprio a pochi passi dal Duomo, dove abbiamo celebrato il funerale di Mike, non c’è mai nulla di casuale quando si parla di lui».
Mike è patrimonio del Paese e il suo ricordo è sempre vivo.
«È come se non fosse mai andato via, ce lo diciamo spesso in famiglia e con i suoi amici, da Fazio a Fiorello, che lo ricordarono proprio al suo funerale. È una cosa quasi sovrannaturale. Sono passati quindici anni dalla sua morte, eppure è sempre presente nelle nostre vite».
Che cosa vedremo nella mostra a Palazzo Reale?
«Intanto, per la prima volta, un evento di questo tipo unisce Rai e Mediaset, perché Mike è stato 30 anni in Rai e 30 anni in Mediaset, e poi nel catalogo ufficiale della mostra ci saranno le testimonianze di alcuni amici che hanno accettato il mio invito a ricordarlo, perché avevano qualcosa che li legava a lui».
In autunno su Rai 1 andrà in onda anche una fiction sulla vita di Mike che ha come protagonista Claudio Gioè.
«L’ho vista in anteprima l’altro giorno e confesso che ho pianto per metà film. Gioè è bravissimo e lo è anche Elia Nuzzolo, l’attore che interpreta Mike giovane. Durante la preparazione della fiction, che è basata sul libro che ha scritto Mike con nostro figlio Nicolò, La versione di Mike, mi chiedevano dei ricordi sulla nostra vita di famiglia. Sono stata anche sul set, poi a me piace curare le cose a cui tengo. Il regista, Giuseppe Bonito, è stato bravissimo, viene dal cinema, e ha raccontato Mike con cura, eleganza, attenzione, anche umanamente. Sono stati tutti molto carini, la Rai, la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati. In questa serie ho rivisto Mike».
UNA VITA SEMPRE PIÙ IN ALTO!
Che ricordo ha di Mike?
«È il padre dei miei figli, mio marito, il nonno dei miei nipoti, a casa nostra il ricordo di Mike è sacro. Quest’estate mio figlio Michele è andato in California e mi mandava le foto dei posti dove ero stata con Mike. Ogni cosa mi ricorda lui, la casa di montagna che lui amava tantissimo, la casa di famiglia al lago».
È morto 15 anni fa, fra le sue braccia.
«È morto nel modo migliore, senza rendersene conto, fra le mie braccia, dicendomi parole bellissime. Ha avuto la morte più bella, con me di fianco, cosa che non succederà a me. Per me è stato un trauma pazzesco, fino a 5 minuti prima stava benissimo, stava partendo con un nuovo programma su Sky, era nel pieno dell’attività».
È morto vedendo una foto di vostra nipote, Luce, che era appena nata.
«Pensi che Luce ha compiuto 15 anni in questi giorni. Quel pomeriggio mi era arrivata la sua foto sul telefonino. Mi sono alzata, sono andata a farla vedere a Mike, e lui mi ha detto: “Che bella, sembri tu quando prendi il sole”».
Aveva questa immagine di lei che prende il sole fino all’ultimo istante, la amava molto.
«Ero il suo sole. Pensare che mi amava così dopo 40 anni insieme mi fa essere grata alla vita, mi commuovo ancora adesso a pensarci».
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