A tu per tu con l'attrice che ha dato il volto alla dottoressa Ümit: così tormentata sul set, così solare (e innamorata) nella vita
Il volto di Hande Soral è uno dei più dolci di Terra amara, ma il suo personaggio Ümit Kahraman è alquanto complicato. «Da psicologa direi che è una donna bipolare», afferma l’attrice, che nella soap ha interpretato la dottoressa dell’ospedale di Çukurova. Il pubblico si è appassionato alla sua storia, che si è intrecciata drammaticamente con quelle di personaggi come Demir e Zuleyha, fino al tragico epilogo.
Hande Soral, dopo aver studiato Psicologia presso l’Università Bilgi di Istanbul, ha iniziato a lavorare in tv nel 2008. Nel 2014 fa il suo debutto al cinema nel film drammatico Birlesen Gönüller. Poi, a partire dal 2021, ha raggiunto la notorietà internazionale con il ruolo di Ümit, una popolarità che l’ha portata fino agli studi di Verissimo, dove è stata ospite di Silvia Toffanin.
In famiglia e sul set
Che idea si è fatta della donna che ha portato sul piccolo schermo?
«Ümit lotta per la propria causa. È senza dubbio tanto coraggiosa al punto di arrivare a prendere posizione contro i suoi cari, quando è stato necessario».
Che cosa le è piaciuto di più del personaggio (che è uscito di scena, ndr) e che cosa meno?
«Quello che mi piace è che è una donna determinata e senza paura. Fa sempre del suo meglio per ottenere tutto ciò che vuole. La cosa che mi convince meno, invece, è che tutta questa sua ambizione, a volte, ferisce gli altri. Il problema è che lei non se ne rende conto. Anzi penso che, tutto sommato, non gliene importi proprio nulla».
Fuori dal set è moglie e madre.
«Mio marito, Ismail Demirci, è anche lui un attore molto popolare e una delle ragioni più importanti del nostro successo è proprio quello di sostenerci l’uno con l’altra».
Suo figlio Ali ha 2 anni. La segue in tv?
«No, non è ancora abbastanza grande per guardare la televisione e deve crescere ancora un po’ per capire il mio lavoro. Mi segue sul set, ma non mi ha ancora visto lavorare durante le riprese».
Ha un portafortuna o un oggetto irrinunciabile?
«Il mio oggetto irrinunciabile da due anni è la mia collana con la lettera A, l’iniziale di mio figlio».
L'intervista completa sul numero di "Chi" in edicola dal 18 settembre