Spietato in tv, colto e sensibile nella realtà: incontro con l'attore turco Erkan Bektas
Nella vita, come nei serial, il cattivo non manca mai. Anche Terra amara non fa eccezione e, nella serie più seguita di Canale 5, corrisponde all’identikit di Abdulkadir Keskin. L’odio per la famiglia Yaman lo rende spietato e anima la sua sete di vendetta. L’interprete del villain di Çukurova? È Erkan Bektas, 52 anni, che, prima di dedicarsi alla recitazione, aveva studiato alla facoltà di Lingue, Storia e Geografia presso l’Università di Ankara. Erkan è appassionato del nostro Paese e lo abbiamo incontrato per vedere se è davvero così “terribile” come appare in tv, ma ci siamo resi conto subito che è un uomo di grande sensibilità e cultura.
Ogni storia ha bisogno di un cattivo perché senza di lui l’eroe non può brillare. È la forza dell’antagonismo che mantiene l’azione in movimento e il lettore coinvolto. È d’accordo?
«Nella vita esiste tutto insieme con il suo opposto. Buio e luce, buono e cattivo, caldo e freddo. Se non c’è uno, non esiste neanche l’altro. In filosofia si chiama il processo dialettico. È così anche nel nostro lavoro. Se in una storia ci sono i buoni, ci saranno anche i cattivi. Se non esistesse il cattivo che rende le cose difficili e complica la vita agli altri, non potrebbe essere compreso il valore del buono e bravo. In una storia, più forte sarà l’uomo cattivo, più potente e carismatico apparirà l’uomo buono che lo sconfiggerà. Ecco perché anche i cattivi devono essere forti, intelligenti e tenaci».
Come si è preparato al ruolo?
«La cosa più importante per me era capire che tipo di persona fosse Abdulkadir. Quindi ho cercato di analizzare il personaggio per capire meglio la sua situazione economica, fisica, sociale e spirituale. Dato che la serie era ambientata nella regione turca di Çukurova, ho voluto visitarla prima di iniziare le riprese. Così ho trascorso del tempo con la gente del luogo per poter avere delle informazioni preziose che avrebbero in qualche modo stimolato la mia immaginazione».
TUTTI HANNO PAURA DI LUI
Lei ha detto che nella sua vita ha fatto tutto con amore, anche quando ha lavorato in un bar.
«Certo, quando fai le cose con amore diventa tutto più bello. Adesso faccio già il lavoro che amo. Ma ho amato anche altri lavori. In passato ho lucidato le scarpe, lavorato nei cantieri, ho fatto il cameriere e l’autista perché non era facile guadagnarsi la vita solo con il teatro».
Ha un figlio di 15 anni, Umut. Segue Terra amara?
«Umut non passa molto tempo davanti alla tv, ma quando mi guarda mi dà consigli come: “Perché non usi la tua voce in questo modo?”. Mi ha visto anche a teatro e mi ha dato suggerimenti sull’allestimento scenografico».
Ha dovuto guadagnarselo tutto il successo…
«Sì, come dicevo ho fatto diversi lavori mentre studiavo all’università. Vivevo lontano dalla mia famiglia. Durante quel periodo ho fatto il venditore, ho lavorato in un autolavaggio, mi occupavo di un teatro per bambini e ho fatto anche il burattinaio. Non sapevo più davvero che cosa inventarmi per arrangiarmi! Dopo la laurea mi sono trasferito a Istanbul dove recitavo in teatro. In realtà, non volevo fare le serie tv e desideravo guadagnarmi da vivere solo facendo quello, ma non è stato possibile. Bisognava essere pratici e alla fine ho accettato di recitare nei serial. Adesso posso dire che ho fatto pace anche con la televisione. Ora mi cimento in tutto: teatro, cinema e, appunto, tv».
Terra amara si è rivelato un grande successo. È orgoglioso del lavoro che avete fatto?
«Sappiamo che la serie è molto seguita in Italia, Spagna e in molti Paesi dell’America Latina. Ci sono tantissime persone che ci scrivono da diverse parti del mondo, ma penso che il successo più grande la serie l’abbia ottenuto proprio in Italia, dove il pubblico l’ha apprezzata moltissimo. Io sono entrato nella nella quarta e ultima stagione e sono orgoglioso di essere così popolare tra il pubblico italiano».
Allora quando verrà in Italia a trovare i suoi fan?
«Volevo assolutamente venire quest’estate, ma non ho potuto. Vorrei partire per incontrare di persona e abbracciare tutti gli spettatori. Mi piacerebbe anche dire ai fan italiani che li ringrazio di cuore. Continuate a seguirci. Spero di potervi raggiungere alla prima occasione».
L'intervista completa sul numero di "Chi" in edicola dall'11 settembre