La conduttrice è rimasta infastidita del termine "macchina" usato dai giurati di "Ballando con le stelle" per definire il suo stile
Bianca Guaccero è stata ospite di Da noi… a ruota libera, il salotto televisivo di Francesca Fialdini in onda su Rai1. L’occasione è stata perfetta per raccontare la sua esperienza a Ballando con le Stelle, lo show condotto da Milly Carlucci che l’ha vista mettersi in gioco come mai prima d’ora.
«Mi sono resa conto che non era solo una gara di ballo,» ha confessato Bianca, «era soprattutto una sfida contro i miei limiti, una possibilità di crescere e di esplorare aspetti di me che non avevo mai condiviso con il pubblico.» Queste parole racchiudono il cuore della sua avventura nel programma, che non si limita a essere una competizione, ma un viaggio emotivo e personale. Bianca ha dimostrato, puntata dopo puntata, di essere una concorrente determinata, capace di affrontare non solo le sfide tecniche delle coreografie, ma anche le sue paure più profonde.
Bianca Guaccero a Da noi... a ruota libera: il dietro le quinte di Ballando con le Stelle
Un tema centrale emerso durante l’intervista è stato il rapporto tra sensibilità e successo. Bianca ha raccontato di aver ricevuto una grande risposta dal pubblico quando ha parlato dei suoi momenti di panico: «Essere sensibili e fragili non è un segno di debolezza, ma di umanità. E credo che a volte, soprattutto in televisione, ci sia troppa attenzione solo all’aspetto perfetto e poco alla verità.» Bianca Guaccero si è fatta portavoce di un messaggio prezioso: dietro ogni successo ci sono difficoltà e paure, e affrontarle con coraggio è ciò che ci rende davvero forti.
Nonostante i suoi progressi e le performance impeccabili al fianco del ballerino Giovanni Pernice - con cui sembrerebbe avere un flirt - Bianca ha ricevuto un commento che l’ha fatta riflettere: è stata definita una "macchina". Un complimento, forse, alla sua precisione, ma che lei ha voluto rispedire al mittente: «Una macchina non ha emozioni e io metto sempre l’anima in quello che faccio. Quella definizione mi ha dato fastidio, perché io credo che il cuore sia l’essenza del mio lavoro. Quando ballo, quando conduco, ci metto sempre qualcosa di personale, di intimo.»