«Ero stato io il primo a chiedere uno stop e sono stato io il primo a riavvicinarmi» racconta Benji
«A prescindere dalla musica e dal lavoro, c'è la vita» ci tengono a specificare Benji e Fede, ovvero Benjamin Mascolo e Federico Rossi. Dopo una pausa di 5 anni che li ha visti lontani nella vita privata, nel lavoro e anche fisicamente perché Benji è andato a vivere a Los Angeles (e nel frattempo si è sposato e ha divorziato da Bella Thorne), adesso sono tornati più maturi e consapevoli di prima. Il loro nuovo album si chiama Rewind ed è uscito oggi, venerdì 25 ottobre. Guardano al successo in maniera diversa e quando li incontriamo è come se volessero reciprocamente chiedersi scusa e nel corso dell'intervista riescono entrambi a dire 'Ho sbagliato'. E quando di mezzo c'è un bene così forte non è mai troppo tardi.
Bentornati! A che punto della vostra vita vi trovate?
Fede: «Grazie! Siamo in un periodo di costruzione di noi stessi, di apertura e di proattività. Sicuramente di sperimentazione sia musicale, che nella vita. Pensi... ho anche smesso di fumare!».
Benji: «È un momento positivo di rinascita, ripartenza, di ricomposizione in tutti i sensi».
Com’è andata la reunion? Chi ha fatto il primo passo?
Benji: «Sono stato io a fare il primo passo verso Fede, perché ero stato io quello che aveva fatto il primo passo indietro quando abbiamo deciso di prenderci una pausa. In quel momento non riuscivo più ad andare avanti, anche per problemi miei personali, ero letteralmente travolto da tutto quello che ci era successo negli anni. E quindi era giusto che fossi io a fare un passo verso di lui. E così è stato. Gli ho scritto una lettera, che veniva davvero dal cuore, mi sono aperto molto e gli ho detto tante cose che non ero riuscito a dirgli prima negli anni. Poi ovviamente c'è voluto del tempo per riavvicinarci, sono passati un po' di mesi. Dopo essere stato ospite a un podcast in cui ho parlato pubblicamente di quello che stavo passando, dei momenti bui e dell'amicizia con Fede, lui mi ha scritto un messaggio molto semplice: "Grazie per le belle parole che hai detto su di noi". Ci siamo sentiti e siamo usciti a cena e da quel momento è ripartito tutto. Rinasce tutto dall'amicizia, era un periodo in cui ci parlavamo poco o niente e non era mai successo prima, perché abbiamo vissuto insieme per 10 anni, quindi era stranissimo che non ci fosse più comunicazione tra di noi. Dopo quella cena poi ci siamo visti di più e qualche mese dopo abbiamo detto "Torniamo in studio e vediamo cosa succede". Ed è ripartita tutta la macchina!».
Nel periodo in cui eravate distanti c’è stato un momento in cui avete pensato ‘Io questa cosa l’avrei voluta condividere con te'?
Fede: «Allora sarò sincero, io c'ero rimasto malissimo, ero un po' in avversione, fino a quando non ho visto quel podcast e non ci siamo riparlati qualche giorno dopo. Ci siamo visti tre, quattro volte, e poi mi sono ammorbidito. Da lì ho iniziato pian piano a ricordare il motivo per cui l'energia quando eravamo insieme era così forte. Me l'ero un po' dimenticato. Anche l'orgoglio, sa, a volte prende il sopravvento. E quando smetti di circondarti di alcune persone perdi un po' quella lunghezza d'onda che avevate in comune. Ho rivissuto poco alla volta questo tipo di vibrazione».
Benji: «Ci sono stati diversi momenti, anche quando ho scritto da solo delle canzoni ho pensato 'Cavolo, avrei voluto sentirla cantata da Fede'».
E com’è andata quando vi siete ritrovati di nuovo in studio?
Fede: «Bello ma a me ha dato una botta molto forte, perché era da tanto tempo che non facevamo musica insieme. Ci abbiamo messo un po' per risintonizzarci, ma poi quando è successo è stato soddisfacente perché era come se avessimo unito i puntini da dove c'eravamo lasciati».
Benji: «La prima canzone che abbiamo lavorato in studio non a caso è stata Caro amico. Parla della nostra storia ed è stata il primo anello di congiunzione iniziale».
In Caro amico cantate “Forse siamo stati troppo grandi, per la nostra età” è una dedica reciproca che vi siete fatti?
Benji: «Sì, parla di noi ma anche di tante amicizie. Parla di anni passati insieme, dove avevamo anche di meno, non eravamo ancora famosi, non avevamo possibilità economiche ma c'era una forte amicizia, da lì è nato tutto. Caro amico è una canzone nostalgica, che racconta un'amicizia partendo dal passato, da come è nata, e ce la siamo dedicata un po' a vicenda. Sì, è la nostra canzone in questo disco».
Fede: «Caro amico è stata la prima canzone, quando me l'ha fatta sentire a gennaio c'era un'idea, poi abbiamo iniziato a rivederci a ottobre. Io avevo alcune cose da fare, avevo miei live, e poi a gennaio, solo dopo un riavvicinamento empatico e umano, siamo andati in studio ed è stata la prima idea che mi ha fatto sentire. E io l'ho associata subito a un ritorno, celebrava quello che è stato ed era rispettosa di ciò che avevamo vissuto. Diceva 'Non è ancora finita, siamo a metà', era una sorta di invito alla nostra nuova era, che era anche quello che avevo percepito dal podcast. È nata in maniera del tutto naturale, a effetto domino».
Nel nuovo album Rewind ci sono sia canzoni molto movimentate, che fanno venire voglia di ballare, che canzoni più lente e romantiche...
Fede: «Rewind è proprio il concetto di ritornare a percepire le emozioni, ciò che ci ha fatto iniziare per poi ripartire da lì con i cambiamenti, la maturità, la nostra nuova unione da trentenni. È anche la prima traccia del disco e ha due facce della stessa medaglia: più suonato, musicale, più a tempo in alcune tracce, mentre in altre rispecchia la nostra vena più profonda, che poi secondo me è quella che ci ha contraddistinto nel nostro percorso, siamo sempre stati un pochino nostalgici, più profondi, se uno si stacca dalle hit come Dimmi dove e quando o Moscow Mule. Il nostro percorso alla fine viene da lì, quindi nel disco ci sembrava giusto trovare un equilibrio».
Quando vi siete incontrati di nuovo, vi siete ritrovati più maturi?
Fede: «Mi piace dire che quando abbiamo avuto l'exploit di successo maggiore eravamo ancora un po' acerbi, immaturi. È normale che quando ti fermi e ti conosci meglio, capisci che parli sempre alla stessa persona, ma quella persona ha inevitabilmente un colore diverso. Si cambia. Ci sono certi aspetti del carattere e dell'energia che sono rimasti, ma ci siamo ritrovati entrambi parecchio più consapevoli e più maturi».
Benji: «Cambiare è sempre sinonimo d'intelligenza. Siamo stati bravi a cambiare alcune cose di noi e tenerci strette altre che abbiamo sempre avuto.».
Fede: «È anche bello ritornare l'uno nelle mani dell'altro e darsi qualche consiglio vicendevolmente».
Benji: «Mi ha dato degli ottimi consigli, mentre in passato sono stato più io quello saggio (ride, ndr)».
Fede: «Sì diciamo che facevo cose più infantili... Sa ci conosciamo così bene che riusciamo a capire cosa potrebbe essere meglio per l'altro, ci mettiamo l'uno nella pelle dell'altro. E questo a prescindere dalla musica e dal lavoro, c'è la vita e ognuno alla sera va a letto con se stesso e deve stare il meglio possibile. Tutto il resto è una conseguenza».
Oggi, potendo fare un Rewind di un solo momento della vostra vita in quale momento lo fareste?
Benji: «Io non cambierei niente, perché tutto è servito per arrivare dove siamo oggi. Non credo tanto nel cambiare il passato perché non si può. E a parte quello le cose più importanti della mia vita le ho imparate anche soffrendo e passando dei momenti difficili. Sarebbe interessante, però, anzi farebbe ridere tornare a quando ci siamo visti e conosciuti la prima volta e dire 'T'immagini quello che stiamo per fare?'».
Fede: «Sì, quella volta in discoteca in pista, dove ci siamo visti la prima volta...».
Benji: «Esatto, e dirci 'pensa un po' cosa andremo a fare».
Fede: «E poi se potessi fare un rewind, farei una cosa nostalgica... tornerei a quando scendevo con lo slittino dalla montagna con mio papà, che oggi non c'è più, avevo 6 anni».