Sophia Loren, 90 anni da diva

20 Settembre 2024

L'icona del cinema festeggia il compleanno. E una giornalista che la conosce bene la ricorda così

Sophia Loren oggi spegne 90 candeline. La leggenda dell’attrice, che da Pozzuoli ha conquistato Hollywood, viene celebrata con manifestazioni ed eventi. La Regione Campania ha stanziato 450 mila euro per finanziare una serie di iniziative per omaggiarla e anche a Los Angeles sono in programma grandi appuntamenti. Anche noi vogliamo celebrare l’attrice: l’ex direttore di “Chi” Silvana Giacobini (che ha scritto Sophia Loren. Una vita da romanzo, edito da Baldini+Castoldi) ci regala una testimonianza della grande diva che lei stessa ha conosciuto da vicino.

Silvana Giacobini, giornalista, scrittrice, autrice del libro Sophia Loren, una vita da romanzo (Baldini & Castoldi)


Ci racconta quando l’ha incontrata la prima volta?

«È stato durante una manifestazione cinematografica. Era già una diva affermata e io l’ho salutata. Poi, naturalmente, ci siamo perse di vista. Ma nel corso degli anni successivi questi incontri sono avvenuti di nuovo, ero in contatto anche con la sorella, Maria Scicolone. Tutto questo nel tempo ha permesso, attraverso anche il mio lavoro, di suscitare la fiducia di Sophia che non amava molto la stampa perché aveva avuto la sensazione di essere stata non compresa, non apprezzata e criticata dal punto di vista del gossip. Al contrario, la sua fama di attrice di talento, con la sua meravigliosa bellezza e unicità, conquistava il mondo. Non bisogna dimenticare che la Loren è una diva internazionale della quale tutto il mondo conosce il nome e i film».


Qual è la differenza tra l’immagine pubblica e quella privata della Loren?


«All’epoca erano estremamente separate. Al culmine della sua fama, l’immagine pubblica era quella di una donna bellissima: lo possiamo dire ad alta voce e constatarlo ancora oggi nel 2024. Era la diva che girava i grandi film di Hollywood con partner di fama internazionale e la donna ricca che viveva in una casa piena di opere d’arte di grandissimo valore, perche Carlo Ponti era un collezionista. Insomma era il ritratto della Diva, con la “D” maiuscola. Questa era Sophia, che chiamavano “Sopia” quando non sapevano come si pronunciasse il suo nome. Poi, c’era l’altra Sophia, senza l’acca, ossia Sofia Scicolone, figlia di Romilda Villani, che era cresciuta credendo che i suoi veri genitori fossero i nonni che chiamava papà e mammà. La madre biologica la chiamava “mammina”, ma era più una sorellona grande che si occupava di lei, fino a un certo punto. Chi le dava l’affetto e la cura vera e propria erano i nonni. Quando era una ragazzina il cibo scarseggiava ovunque e la chiamavano “stecchino” perché era magrissima. Aveva la bocca grande e gli occhi grandi e quindi veniva bullizzata dalle compagne. La vera Sophia era quella. Quando non aveva da mangiare, con la sorellina si divertiva a succhiare i noccioli delle albiccocche perché non c’era altro…».



Quali divi hollywoodiani erano pazzi di lei?


«Prima di tutto Cary Grant, che la voleva sposare. Aveva 52 anni quando la conobbe. L’attore era sposato in terze nozze con Betsy Drake e avrebbe tranquillamente divorziato da lei. Tutta questo suscitò anche la gelosia di Carlo Ponti che, a sua volta, era sposato con Giuliana Fiastri, avvocato e figlia di un generale. Fu lei, Giuliana, l’artefice del matrimonio di Ponti con la Loren, perché con i suoi consigli legali rese possibile il matrimonio del produttore con la diva che venne poi celebrato a Parigi. In Italia Ponti era stato accusato di bigamia e aveva rischiato il carcere. All’epoca era una cosa serissima. Inoltre il fatto che Ponti e la Loren non fossero sposati impediva una certa accoglienza a Hollywood dove, tra l’altro, si divorziava continuamente, per poi risposarsi. In Italia tutto questo non era possibile. Per la Loren questa situazione era una spina nel fianco e io lo racconto proprio nel mio libro. Riviveva il dramma della madre che non era mai riuscita a sposare il padre delle sue figlie e riviveva il dramma della sorella Maria alla quale aveva dovuto comprare il cognome dal padre. È incredibile la vicenda umana di questa attrice popolarissima, ma così poco conosciuta nella sua vera essenza. La sua storia è fatta anche di drammi umani, culminati persino con il carcere (nel 1982 Sofia Loren venne arrestata e rinchiusa nel carcere femminile di Caserta, per evasione fiscale e rimase in prigione per 17 giorni, ndr). Furono giorni terribili, pensate alla porta con le sbarre che si chiude e a cosa deve aver provato. Sophia è passata attraverso tutto questo e lo ha fatto a testa alta».


Che madre è la Loren?


«Una mamma che è riuscista a realizzare il sogno della maternità dopo alcuni aborti spontanei. Da molti ginecologi che aveva conosciuto aveva avuto la condanna alla sterilità e, invece, fu il medico Hubert de Watteville a scoprire che poteva avere figli. Nacque così il primogenito (Carlo Ponti jr., ndr)».


Tra l’altro lei ha un bellissimo rapporto con i figli.


«Sì. Sophia ha avuto in seguito il secondo figlio, Edoardo, che ricordiamo è stato il regista dei suoi ultimi film come Voce umana (2014), girato quando lei aveva 80 anni. A questo proposito posso raccontare che, alla domanda “Come si sente a 80 anni?”, rispose: “Mi sento in piena forma e piena di voglia di vivere. Facimme ’e corna”. E le corna hanno funzionato per i dieci anni successivi. L’anno scorso è caduta e si è fratturata il femore, è stata costretta a usare il bastone, ma il suo tuttavia era… paiettato! Quando si è recata a Los Angeles a salutare i nipoti, ad accoglierla c’era il figlio Edoardo e lei poi si è presentata davanti alla stampa e i fotografi dicendo “Thank you, Thank you”. Il bastone con le paillettes è stato davvero un vezzo da grande diva».

L'intervista completa sul numero di "Chi" in edicola dal 18 settembre

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