L'attrice ha presentato a Venezia il film sugli ultimi anni di vita della più grande voce della lirica
Ha studiato canto per 7 mesi, ha imparato l'italiano e si è immersa nell'opera lirica, Angelina Jolie ha lavorato duramente per interpretare Maria Callas nella pellicola di Pablo Larraín. Presentato al Festival del cinema di Venezia, il film ha ottenuto dieci minuti di applausi e ha commosso tutti, protagonista compresa.
«C’è Maria e c’è la Callas. E ho scoperto che ho passato del tempo con entrambe», ha affermato l'attrice durante la conferenza stampa a Venezia. Maria affronta gli ultimi anni di vita della leggendaria cantante lirica greca a Parigi, durante gli anni ‘70.
«Mi sono commossa molto durante le riprese. Ho conosciuto la vera donna dietro il mito, ormai tengo così profondamente a lei che mi sento triste per il fatto che abbia concluso la sua vita senza sapere quanto sarebbe stata amata e compresa. Vorrei che fosse qui, oggi, per capirlo», ammette con gli occhi lucidi la Jolie.
Occhi disegnati con l'immancabile kajal nero, capelli raccolti in chignon vaporosi, maxi occhiali a farfalla e abiti fedeli a quelli dell'epoca: per la Diva i costumi di scena e l'abbigliamento erano non solo un modo di presentarsi, anche un'armatura per proteggersi dal mondo. Cliente di couturier come Christian Dior e Yves Saint Laurent, la Callas era anche amante dei gioielli. E nel film appaiono anche dei modelli originali della sua collezione. Tra questi alcuni preziosissimi firmati Cartier, che la maison parigina ha acquistato. Cattura senza dubbio l'attenzione la preziosissima spilla Panthère, realizzata nel 1971: il simbolo di Cartier, la pantera d'oro con smeraldi al posto degli occhi, seduta in cima a un ovale di calcedonio bianco cesellato. Gioiello che la Jolie ha indossato al suo arrivo al Lido.
«Come mi sono avvicina alla figura della Callas? Ascoltandola». E a proposito della parola "Diva" Angelina dice: «Credo sia associata a connotazioni negative. Con la Callas ho reimparato questo termine e ora ho un nuovo rapporto con questa parola. Cosa mi accumuna a lei? Direi la parte più morbida di Maria e la sua vulnerabilità».